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Il sabotaggio dei cavi nel Mar Rosso e l’infrastruttura internet globale sottomarina

10 Aprile 2024

Lunedì 4 marzo 2024, il provider di servizi internet di Hong Kong HGC Global Communications Limited ha rilasciato un comunicato stampa in relazione al sabotaggio di 4 degli oltre 15 cavi sottomarini posizionati nei fondali del Mar Rosso. La dichiarazione forniva una conferma ufficiale a notizie frammentarie che circolavano già da qualche giorno.

I cavi sono Seacom, TGN (Tata Communications’ Global Network), AAE-1 (Asia-Africa-Europe 1), EIG (Europe India Gateway). Nello specifico, Asia-Africa-Europa 1, è un sistema di cavi di 25.000 chilometri che collega il Sudest asiatico all’Europa attraverso l’Egitto; l’Europe India Gateway connette l’Europa, il Medio Oriente e l’India; TGN, collega l’India all’Europa, passando per l’Arabia Saudita e l’Egitto; infine, Seacomconnette l’Europa all’India passando per l’Egitto e il Kenya, e arriva fino al Sudafrica.

Per avere un parametro di valutazione dell’attacco, va considerato che oltre il 99% della connettività internet globale è affidato ad una capillare infrastruttura sottomarina che si estenderebbe per quasi 1,5 milioni di chilometri (0,9 milioni di miglia) di cavi, molti dei quali sono stati finanziati negli ultimi anni da BigTech come Google, Microsoft, Amazon e Meta. Inoltre, l’80% di tutto il traffico dati asiatico passa attraverso i cavi sottomarini nel Mar Rosso. Nei cosiddetti chokepoint (letteralmente, “punti di strozzatura”) geopolitici – uno dei quali è proprio lo stretto di Bab el-Mandeb, in prossimità delle coste dello Yemen – la rete diventa un potenziale target di attacchi distruttivi o di sabotaggi strategici. Nel caso specifico, è stato stimato un impatto negativo su almeno il 25% del traffico dati tra Asia, Europa e Medio Oriente, con significative ripercussioni soprattutto sulle reti di comunicazione in Medio Oriente.

Il progetto Submarine Cable Map – finanziato dalla società di ricerche di mercato delle telecomunicazioni TeleGeography – mette a disposizione gratuitamente una mappatura online, costantemente aggiornata, dell’intero sistema.
Il progetto Submarine Cable Map – finanziato dalla società di ricerche di mercato delle telecomunicazioni TeleGeography – mette a disposizione gratuitamente una mappatura online, costantemente aggiornata, dell’intero sistema.

Il recente sabotaggio si inserisce in un contesto più vasto. Alcune importanti infrastrutture presenti sui fondali di mari ed oceani sono state già prese di mira nell’ambito di conflitti cinetici. Ad esempio, più di un anno fa, il gasdotto Nord Stream 1 tra Russia e Germania è stato fatto saltare e il Nord Stream 2 è stato danneggiato. Lo scorso autunno, sono stati presi di mira anche i collegamenti per dati ed energia nel Baltico. Episodi simili hanno impattato le connessioni dati nel Mediterraneo.

L’allarme su possibili operazioni a fini distruttivi nel Mar Rosso era stato lanciato già ad inizio febbraio 2024, quando la General Corporation for Telecommunications dello Yemen e la International Telecommunications Company (TeleYemen) avevano ipotizzato azioni dei miliziani Houthi, che avrebbero agito con il sostegno dell’Iran. Nello stesso periodo, Foreign Policy aveva ricostruito uno scenario di rischio analogo. In entrambi i casi ci si basava su indizi non trascurabili. Alla fine di dicembre 2023, infatti, un account collegato agli Houthi avrebbe pubblicato su Telegram quelle che sembravano minacce contro i cavi in fibra ottica che passano lungo lo stretto di Bab el-Mandeb. Secondo il Middle East Media Research Institute, le vaghe minacce iniziali sarebbero state amplificate da resoconti associabili ad altre milizie sostenute dall’Iran, tra cui Hezbollah.

La notizia dell’avvenuto attacco è stata diffusa il 26 febbraio, da diverse fonti, fra cui il Submarine Telecoms Forum, Bloomberg e alcuni giornali israeliani. Una conferma delle ripercussioni operative è giunta anche da Netblocks, compagnia londinese che monitora la disponibilità dei servizi internet e le ricadute sui diritti umani. Tuttavia, gli Houthi avrebbero negato ogni coinvolgimento.

HGC Global Communications Limited ha riferito di aver adottato le misure necessarie al fine di mitigare le conseguenze per i propri clienti, oltre ad aver elaborato un piano completo di diversificazione per reindirizzare il traffico interessato e a fornire assistenza alle realtà impattate. Stando a quanto riportato, l’azienda ha ricevuto richieste di opzioni di reinstradamento di emergenza dalle reti di Hong Kong verso l’ovest da parte degli operatori dell’area MENA (Middle East and North Africa).